La mia bussola? Il ricordo (sempre vivo) di mio nonno

I momenti di nostalgia ci sono in tutti i viaggi, e fanno parte dei miei 5 motivi per cui odio le partenze. Sarebbe anormale se, almeno una volta durante la nostra vacanza o il nostro soggiorno lontano da casa, non sentissimo la mancanza di chi amiamo. Fortunatamente c'è Skype, Viber, Whatsapp, e tutte quelle app che ci permettono di essere costantemente - w il wifi- in contatto con le persone a cui vogliamo bene.

Mia nonna la chiamo su Skype, con delle videochiamate che sembrano eterne, ma che in realtà non durano che una 20ina di minuti. La connessione qui in Bosnia lascia a desiderare, quindi spesso cade la linea, ma non demordo, richiamo fino a quando non ho finito il discorso... il bello di essere logorroica!

La mia bussola

Ci sono però poi anche quelle persone a cui vorresti telefonare, ma che non puoi. E non è di certo per via della tecnologia. Diciamo più che altro per un problema spazio-temporale, anche se Suor Kornelia, di Medjugorje, non fa che ripetere che abbiamo il fax diretto con il Paradiso.

Ed è vero, perché proprio l'altro giorno, mentre ero a Blagaj, seduta in un ristorante lungo il fiume- il Buna, quello da cui si può bere l'acqua- con la mia amica Ariana, mentre lei era intenta a mandare un sms al suo fidanzato, io mi sono messa a pensare a mio nonno, e a quanto quel posto così isolato, tranquillo e in perfetta armonia con la natura, gli sarebbe potuto piacere.

Subito dopo è apparso sull'acqua un arcobaleno, e tra un'insalata poco condita e due trote marinate, c'è stata una conversazione bellissima, che riporto, sperando di poter regalare un po' della mia speranza a chi, lassù, ha qualcuno che lo protegge.

La mia bussola

"Credi nei segni?"
"Assolutamente sì, per questo tutto ha sempre un senso".
"Quindi per te questo arcobaleno non è apparso per caso..."
"Ovvio che no".
"E cosa significherebbe secondo te?"
"Non lo vedi quel sorriso al centro? È il mio angelo".
"Eh?"
"Il mio angelo".
"Puoi ripetere, scusa?"
"Ma mi ascolti?! Il mio A N G E L O".
"Sì, ho capito... è solo che volevo sentirtelo dire di nuovo, perché mentre lo dici ti brillano gli occhi".

D'altronde, come ricorda la città di Mostar, don't forget. Non dimenticare. E io, mio nonno, lo porto sempre con me, in ogni viaggio. La mia bussola? Il suo ricordo, sempre vivo. E con quello, non potrei mai perdermi, neanche volendo. Non avere paura di ricordare quando giri il mondo: anche se all'inizio può sembrare demoralizzante,e vorresti immediatamente tornare a casa, fermati a pensare che, chiunque tu abbia perso, può vivere quel viaggio grazie a te. Nel tuo cuore, nei tuoi pensieri, nei tuoi sorrisi.

La mia bussola-Mostar

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