Tra 12 giorni parto per l'Armenia, come referente del gruppo italiano per un progetto culturale patrocinato dall'Unione Europea, lo YEAP 2.0- Ambassadors of Peace. Sarò a Yerevan, la capitale, per 9 giorni, e spero di avere tempo per visitarla almeno un po', visto che è un posto in cui non solo non sono mai stata, ma di cui non so praticamente nulla, se non dove si trova.
In quest'ultimo mese mi è mancato un "viaggio vero e proprio", anche se tornare a casa e farsi coccolare da nonna dopo le brevi trasferte tra Torino e Milano è sempre bellissimo. I nostri aperitivi a letto con Estathé e patatine sono i migliori in assoluto, e non li cambierei per niente al mondo. Anche per questo ho deciso di rimanere un po' più in Italia quest'anno, per godermela ogni volta che posso.
Scegliere di andare o restare è sempre difficile per chi, come me, si stanca di stare troppo nello stesso posto. Sembra quasi più forte di me, ma anche a New York, in un certo senso, mi sentivo intrappolata. Non di certo dalla città, che è fantastica, e viverla nella sua quotidianità era il mio sogno da sempre. Sogno che ho realizzato, ma in modo diverso da come l'avrei voluto, e questo mi ha portato a chiedermi spesso se non mancasse qualcosa. Qualcosa che forse avevo lasciato qui... perchè, che lo vogliamo o meno, partire è la scelta più facile, quella più comoda, ma il tornare, quella è una scelta che viene fatta solo quando ne vale veramente la pena. Bisogna mettere in conto tutto, ma proprio tutto, comprese quelle banalità della vita quotidiana che tanto odiamo, e per cui siamo partiti, e quelle persone che abbiamo cercato di mettere da parte- dimenticare no, sarebbe impossibile- salendo su quell'aereo.
Ma forse sono proprio quelle persone il motivo del nostro ritornare qui, dove tutto è cominciato...
Ciao! L'importante non è sapere dove andare ma è andare, o qualcosa di simile, scriveva Jack Kerouac. Ho amato i suoi libri, Sulla strada e i Vagabondi del Darma. E amo viaggiare. Appena posso vado!ciao Simona
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