La Casa dello Zafferano a Città della Pieve: storia, passione e gusto del Croco del Perugino


Amo lo zafferano da quando mia nonna, quando sapeva che andavo a pranzo, mi preparava il "riso giallo", perché quello con i funghi non mi piaceva. Lo zafferano per me è sempre rimasto quella spezia, e non ne conoscevo assolutamente nulla, fino a quando, grazie al blog tour #lumbriachenontiaspetti, sono stata invitata a visitare La Casa dello Zafferano, il museo/negozio a entrata gratuita che ripercorre tutta la storia e la coltivazione del "pigmento-giallo-che-colora-il-riso".

Chiamarlo così è riduttivo, visto che si tratta di un progetto unico, in grado di condurti alla scoperta di quello che si rivela essere l'affascinante mondo della spezia. Il tutto in una location particolare, le vecchie cantine di un antico palazzo nel cuore di Città della Pieve.

Veniamo accolti dal proprietario, Alessandro Mazzuoli, che ci fa trovare un tavolo imbandito di prodotti a base di zafferano, che assaggiamo e gustiamo. Dall'olio alla birra, passando per la grappa, ma anche biscotti, confetture, cioccolato, miele e salumi.

Ci omaggia anche del cofanetto "La giusta dose", con un sample dello zafferano ed alcune ricette curiose: gli umbricelli del Perugino, il pollo dei Terzieri, la zuppa del croco, il filetto del Trasimeno e il risotto baciadonne. Per ciascuno di questi piatti, lo zafferano regala sapori prelibati e delicati, a cui è indubbiamente difficile resistere.


Lo zafferano, origine & etimologia del nome


La visita prosegue tra i pannelli esplicativi che raccontano la storia di questa pianta, originaria dell'Asia Minore, che nell'antichità era impiegata come farmaco, cosmetico e aromatizzatore in cucina, ed è conosciuta dai tempi dei tempi. Nel Cantico dei Cantici, nella Bibbia, è descritta come una delle piante più pregiate e aromatizzate del giardino, e ai tempi dei Micenei veniva raffigurata sulle pareti del Palazzo di Cnosso. In epoca greca, quando viene indicato con il nome di "croco", Omero lo indica, insieme al giacinto e al loto, come uno dei fiori del letto di nuvole di Zeus. Successivamente i Romani lo utilizzarono per moltissime ricette, come documentato da Apicio, che lo usa come base per una salsa per accompagnare il pesce. 

Lo zafferano mantiene il nome di "croco" fino all'epoca medievale, quando gli Arabi iniziano a diffonderlo in Spagna (non a caso oggi il Paese più grande produtture di questa spezia) con il nome di "za'fara'n", dal persiano "safra", "giallo". Nome, questo, che richiama il colore degli stimmi dopo la cottura, e diventa "azafran" in spagnolo, "zafferano" in italiano.

Tutte queste informazioni ci vengono illustrate da Alessandro, mentre ci mostra i bulbi e il processo di produzione a Città della Pieve, che risale alla seconda metà del 1200. Come documentato dallo Statuto di Perugia del 1279, infatti, nell'allora contado di Città della Pieve la spezia non poteva essere seminata dai forestieri, per una specie di protezionismo doganale delle autorità locali, e i produttori pievesi dovevano denunciare al comune il loro quantitativo e a pagarne la relativa imposta.


Lo zafferano oggi: "il Croco di Pietro Perugino"


Da allora ne sono passati di secoli, e nel 2002, nasce  il Consorzio Alberto Viganò "Il Croco di Pietro Perugino – Zafferano di Città della Pieve", costituito da 30 soci che commercializzano lo zafferano unicamente in fili, per garantirne l'autenticità.

Una visita curiosa quanto interessante, questa alla Casa dello Zafferano, che mi fa sentire, ancora una volta, la vicinanza di mia nonna durante i miei viaggi. E stavolta, dopo 20 e passa anni, sarò io a cucinarle il "riso giallo", con tanto di olio allo zafferano, sbizzarrendomi tra mille ricette.

La Casa dello Zafferano
Via Vannucci 31
Città della Pieve (PG)

Info & prenotazioni: 347-3811394 | 393-9495629
www.lacasadellozafferano.it

4 commenti:

  1. Già Città della Pieve mi ispira... poi lo zafferano lo adoro... ok, direi che devo assolutamente farci un weekend! Grazie Krizia per farci scoprire un sacco di cose interessanti!

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  2. Il cofanetto con la giusta dose e la ricetta suggerimento e' un'idea davvero carina. Infatti quando ci andai io dovetti assolutamente comprarne uno! Fu davvero interessante capire tutta la storia dalla nascita alla raccolta dello zafferano!

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  3. Anche io sono un amante dello zafferano e, anche se si accosta spesso al risotto, a me piace usarlo anche nei secondi piatti! Se poi parliamo di zafferano non trattato, quello un po' più rossiccio per intenderci, è ancora più buono. Devo assolutamente visitare questo posto!

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