"Never Forget Srebrenica Tour"

Se ti capita di andare a Sarajevo, prenditi una giornata per un tour immancabile, quello a Srebrenica (che si pronuncia Srebreniza in bosniaco). Nonostante tutto subito il prezzo possa lasciarti un po' perplesso, 60€, il Never Forget Srebrenica Tour, è veramente molto ben organizzato e al ritorno, durante quelle 2 ore e 30 di viaggio verso Sarajevo- nella quota è compreso anche il trasporto-, hai sicuramente tempo per pensare all'assurdità di questa pagina di storia.


Un appuntamento quasi immancabile è l'11 luglio, giorno dell'anniversario, durane il quale il tour Ã¨ gratuito (prenota con anticipo, perché essendo i posti limitati, rischi il tutto esaurito, come quest'anno).


Il motivo è semplice: solitamente ne prendono parte i media, i parenti delle persone uccise, le istituzioni locali, e internazionali. Per quest'anno, in occasione del 20ennale, c'erano anche il premier serbo Aleksandar Vucic, che è stato contestato duramente al mausoleo di Potocari -dove sono sepolte più di 6200 vittime- e, dopo che la folla gli ha tirato addosso sassi e bottiglie, ha abbandonato la cerimonia, e l'ex presidente americano Bill Clinton.


Durante l'evento sono stati distribuiti i famosi fiori bianchi e verdi, simbolo della campagna Remember Srebrenica. Il colore bianco, dei petali, simboleggia l'innocenza di chi ha perso la vita, il verde del bocciolo la speranza affinché non avvengano più simili stragi, e il numero 11 dei petali richiama il giorno 11, in cui è avvenuto il massacro.


Un'occasione per vedere cosa rimane del più grande genocidio degli anni '90 dopo l'Olocausto, che per anni è rimasto classificato come semplice "strage", per comodità, e per insabbiare quanto davvero successo nel 1995. Come per la maggior parte delle tragedie che avvengono nel mondo, di cui purtroppo non sapremo mai la verità. Ammesso e non concesso che ce ne sia una sola. Quello che è certo è il numero di chi si è visto strappare la vita, proprio come si strappa un fiore. Lo stesso fiore che, per almeno una settimana, tutti abbiamo portato addosso sulla maglia, per non dimenticare. Perché noi non dimentichiamo, almeno qui. E sui social, nei giorni scorsi, è stata fatta una massima campagna di #neverforget, con i vari hastag annessi. Chi in bosniaco, chi in inglese, in molti(ssimi) hanno scritto un paio di righe legate alla propria perdita, e a come, nel 2015, ancora non tutti i corpi siano stati sepolti.


Informazioni, queste, che vengono comunicate durante il Never Forget Srebrenica Tour, di cui puoi approfondire e prenotare cliccando QUI. Organizzato dal team FunkyTour, è una delle attività che vengono messe a disposizione ai turisti, e secondo quanto mi ha detto The Bosnian Aussie, è un'esperienza toccante. Consiglio di leggere- in inglese- il suo post, con quelle immagini significative che ha scattato durante la giornata, o di seguirla su Instagram, perché come al solito certi scatti valgono decisamente più di mille parole.

Foto: Reuters

Questo collage di foto mostra tre luoghi in cui sono state ritrovate le fosse comuni con centinaia di vittime: da sinistra, Pilice, Crni Vrh e Budak. Com'erano e come sono oggi. Nonostante il paesaggio sia cambiato, il clima di disperazione è tangibile, perché non bastano certo delle costruzioni o dell'erba seminata per cancellare il genocidio e sradicare il male. E Dado Ruvic, il fotografo di Reuters, in occasione di questo 20° anniversario, ha voluto raccontare, come l'aspetto di queste tre località sia cambiato nel corso del tempo.


Se il secondo conflitto mondiale appartiene alla generazione dei nostri nonni, la guerra dei Balcani appartiene senza dubbio alla nostra. Noi, i 20enni e i 30enni, che questa notizia l'abbiamo sentita alla TV, letta sui giornali, imparata a scuola ospitando i rifugiati di guerra e vissuta in prima persona.
"Meditate che questo è stato". Non potrei concludere questo post in modo migliore.
#srebrenica2015 #nottoforget


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